EXTRA

I contenuti EXTRA della Fiera del Libro 2022 "La meraviglia"

Piacere mio, Cosimo Piovasco di Rondò

Al biennio delle scuole superiori continuò la mia fortuna, o il mio destino forse, nell’incontrare insegnanti di lettere uniche nel loro genere. La professoressa Liliana non era una che dettava titoli e compiti a caso.

Lei, in classe, faceva letteratura. Come in una sorta di trance narrativa, ci portava libri, li raccontava. Liberava le storie tra i banchi, collegava le vite di questo e quell’autore, ci insegnava a riconoscere lo stile, il tempo. Ascoltava, leggeva.
Difficile non rimanere colpiti dalla sua evidente passione di lettrice. Era un piacere starla a sentire, ancor più se nel sangue ti scorreva questa identica, meravigliosa follia.
Pamela o la virtù ricompensata, Candido, La ragazza di Bube, Due di due, La metamorfosi.
E ancora Verga, Pirandello, Giuseppe Dessì.
E poi… La trilogia di Italo Calvino.
Non è tutto rose e fiori. (…)

Quanto ho odiato Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente.
Una noia mortale.
Che mi piacesse o meno ero stata educata a esser ligia al dovere. Ma quella volta, la volta in cui avrei dovuto eseguire la scheda di analisi de Il barone rampante, mentii. Presi la scorciatoia dell’internet, ahimè.
Pronta, bella e non scritta da me. Giusto la modifica di qualche parola. Chissà chi pensavo di ingannare, se non me stessa.
La mia compagna e amica fu decisamente più sincera.
“Daniela, hai fatto la scheda?”
“No, prof.”
“E perché?”
“Perché non l’ho letto”.
“E per quale motivo?”
“Perché non mi piace per niente.”
“Raccontami come mai…”
E così, chiacchierarono. Di motivazioni. Daniela ricevette il suo voto negativo per non aver svolto il compito ma io rimasi sorpresa dal tono della conversazione: uno scambio alla pari. Senza rabbia, recriminazioni, dispiaceri.
Via il superfluo, soltanto ancora una volta, la bellezza di un’altra lezione di letteratura.
Sono passati ventidue anni. (Potrei avere un mancamento nel pronunciare questa cifra).
Oggi, grazie all’ArgoCircolo Letterario e alle persone del gruppo di lettura InLibroVeritas, nello specifico Rita, ho girato l’ultima pagina de “Il barone rampante”.
L’ho letto.
Tutto.
Non vi farò la scheda di analisi, sono vecchia ormai per queste cose.
Però vi dirò cosa ho provato. E cosa ho capito.
Innanzitutto ho finalmente compreso da cima a fondo, l’immensità di Italo Calvino.
Ho capito che i classici hanno un orologio tutto loro.
A cinque pagine dalla fine ho sentito una stretta al cuore.
Dopo averlo evitato per così tanti anni, ora non sono pronta a salutare Cosimo Piovasco di Rondò, il barone rampante.
Mi sono affezionata a lui, alla sua giovane e perdurante determinazione, alle avventure, alle emozioni. Mi sono riconosciuta in questa sua voglia di stare nel mondo, non importa se da una prospettiva insolita, ma connesso. Più presente a se stesso e agli altri di quanti camminano con i piedi per terra e lo sguardo pure.
Com’è che prima mi annoiava, non lo so. Anche se, a questo giro, sarò sincera: qualche riga l’ho scorsa velocemente, per continuare ad arrampicarmi dove più mi piaceva.
Perché, e l’ho capito con il tempo, leggere è questo per me.

Carissima professoressa Liliana, anche se quella volta barai come la peggiore delle imbroglione, ho portato a casa il suo insegnamento.
A lei, sicuramente, non interessava la burocrazia di una valutazione (che metodo orripilante mischiare numeri e persone).
Ciò che faceva, come tutte le insegnanti degne di portare questo nome, era piantare quei minuscoli semi di conoscenza e innaffiarli giorno dopo giorno.
Il resto è spettato a noi.
E da me c’è un giardino di terra, cielo, alberi, fiori, frutti, inchiostro e persone.
E grazie.
“Quel frastaglio di rami e foglie, biforcazioni, lobi, spiumii, minuto e senza fine, e il cielo solo a sprazzi irregolari e ritagli, forse c’era solo perché ci passasse mio fratello col suo leggero passo di codibugnolo, era un ricamo fatto sul nulla che assomiglia a questo filo d’inchiostro, come l’ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi s’intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed è finito”.

©Erika Carta

Breve storia del romanzo poliziesco

Le brevi storie di cui Graphe.it ci fa dono sono un po’ come le giornate che sembrano primavera a febbraio.
Inaspettate e luminose, vorresti non finissero tanto presto. 
Ma come insegna la frase che dà voce alla collana: parva scintilla magnum saepe excitat incendium. 
Una piccola scintilla.
Breve storia del romanzo poliziesco. Leonardo Sciascia.
Impreziosito da un’introduzione di Eleonora Carta.

C’è un filo che li lega, perché conosco Eleonora e sono certa che come Sciascia, ha avuto “un’adolescenza e una prima giovinezza trascorse in compagnia della vorace lettura” di gialli.

Che sempre continua, affiancando il suo lavoro di autrice.

In veste analitica, in questo breve saggio, ci introduce alla storia del romanzo poliziesco, segnalando il punto di confine su cui Sciascia opera magistralmente.
Non più il giallo declassato a mero passatempo, a “meditazione senza distacco” ma “uno strumento d’elezione per raccontare la società e i suoi mali.”
Cuore delle riflessioni di Sciascia, che si aprono qui con un ritratto di Giacomo Putzu, l’assunzione di significati del poliziesco, nel tempo e nello spazio. 
Analisi, denuncia, persino frustrazione. 
Pensiero critico.
Tutt’altro che lettura passiva. 
Il ruolo dello scrittore che inizia a cercare attivamente la verità, identificandosi con il personaggio tanto da riconoscere eguali il metodo di indagine e il metodo di scrittura, come per esempio in Maigret e Simenon.
Da Poe a Christie, da Chandler a Spillane, l’evoluzione delle figure di investigatore e aiutante, di poliziotto e delinquente. Personaggi che diventano “tipi”.
Personalmente, mi ha colpito tantissimo il paragone con le maschere delle commedie d’arte.
Ma se dovessi riportare ogni cosa che ha fatto breccia in me, vi racconterei il libro con parole tutte mie e non ne varrebbe la pena. 
Perché ci hanno pensato Leonardo Sciascia, Eleonora Carta, Giacomo Putzu con la sua arte e la la Graphe.it a liberare questo concentrato di bellezza e conoscenza.
Di meraviglia.

© Erika Carta

Fiera del Libro 2022 “La Meraviglia” Tre domande a Piergiorgio Pulixi su “Il mistero dei bambini d’ombra” Rizzoli.
Girato nel Comune di Iglesias Videomaker: Filmthelife

La chiamerei Storytelling libreria sala da tè e…

Perché è così. Sta tutto in quei puntini.

Sei anni fa apre a Gonnesa, in piazza Asquer numero nove, una piccola libreria indipendente, con tavoli, sedie e una credenza in stile antico.
E tu attraversi la porta a vetri scorrevole che quando si chiude, ti lascia il mondo dietro le spalle e ti immerge nello scenario che segue.
Musica jazz che arriva da lontano e questa ragazza, Eleonora, che vende libri e mentre te li racconta con gli occhi che le si animano, ti puoi metter comoda e scegliere cosa sorseggiare tra una selezione di miscele di tè e infusi, caffè e coraggio.
E non te ne vuoi più andare. Ma tanto poi ci torni.
Ci torni così tanto che diventa una stanza di casa.

Una volta in una grande libreria fuori città in cui mi trovavo per caso, chiesi al libraio: “Buongiorno, avete Peter Pan di James Matthew Barrie?”
Sguardo stranito.
Attesi.
“Non saprei.”
“…”
“Guardi, c’è questo.”
E mi propinò un quadernetto con immagini tratte dai cartoni animati Disney.

La sera stessa, tornai immediatamente nella stanza di casa a Gonnesa, con il cuore sollevato di trovare Peter, Wendy, Campanellino e Eleonora.

Si dice sempre che una casa sia specchio di chi la abita.
Vero.
Storytelling è Eleonora.
Con il suo amore per “gli autori decomposti” e le novità di rilievo.
Ma non soltanto.
Se la penso per un attimo vuota, la libreria, non ci riesco.
Immediatamente, ci vedo tutte le persone che in questi anni l’hanno vissuta.

Incredibilmente ma non troppo, ci sono cose che nascono da un’unica gemma di energia.
Così, il 23 marzo 2016 apre Storytelling e un mese dopo, il 22 Aprile, comincia la Fiera del libro di Argonautilus.
E quando sopra a tutto si ha l’urgenza di stare dentro la bellezza, di diffonderla facendo cultura, non si può che dare vita a un sodalizio che compie esattamente la stessa età.

Alla Storytelling abbiamo presentato autori, editori e geologi. Abbiamo festeggiato Natale, compleanni, e Stati d’animo. Abbiamo letto poesie, imbucato sogni. Abbiamo viaggiato stando fermi; con gli occhi chiusi abbiamo ascoltato musica dal giradischi e con gli occhi aperti ballato musica irlandese.
Ci siamo travestiti per la notte di Halloween, abbiamo mangiato e bevuto.
Abbiamo giocato.
Ci siamo raccontati storie.
Abbiamo visto bambine e bambini ascoltare e poi crescere.
Abbiamo scritto.
Abbiamo trovato amici e amiche.
Che quando li trovi una volta, ritrovarli è come il pranzo della domenica dai nonni.

Abbiamo preso bonariamente in giro l’ordine folle di Eleonora; le abbiamo spostato i tavoli e le sedie di mezzo centimetro quando non guardava, per poi ritrovarli esattamente nella loro posizione, quella giusta per lei.
L’abbiamo trascinata via per le trasferte in Sardegna e al Salone internazionale del libro a Torino.
In valigia, i libri, e la voglia di riportare indietro una ricchezza che non si conta.

Tre anni fa, Ele, ha deciso di accogliere anche il gruppo di lettura dell’ArgoCircolo letterario.
E oggi, con il mondo che vortica, ci ritroviamo ancora seduti lì, in cerchio a raccontarci quello che di diverso abbiamo letto nello stesso libro.

E chi se ne frega di tutto il resto, per una volta.

Ma a chi vogliamo darla a bere. Siamo tutt’altro che estraniati.
Noi ci siamo. Siamo la resistenza.
Siamo quella rete di appoggio reciproco che serve a trattenere, a sostenere, per non vacillare.

E lo facciamo sorridendo. Perché non c’è niente di più serio.

Buon compleanno Storytelling e grazie, Ele.

@ErikaCarta

Fiera del Libro 2022 “La Meraviglia”. Tre domande a Eleonora Carta su: “Breve storia del romanzo poliziesco” di Leonardo Sciascia edito da Graphe.it edizioni Video Girato nel Comune di Gonnesa Videomaker: Filmthelife

Fiera del Libro 2022 “La Meraviglia”. Tre domande a: Giovanni Follesa su “We are family” Janus editore Video girato nel Comune di Iglesias Videomaker: FilmtheLife

Fiera del Libro 2022 “La Meraviglia” – “Trekking of the soul”, progettato e realizzato dalla VAsportivo del Liceo Scientifico Asproni Iglesias per la Fiera del Libro 2022 la Meraviglia con la supervisione del prof. Marcello Campus, docente di discipline sportive. Video girato nel comune di Iglesias. Videomaker: FilmtheLife